LE RADIAZIONI DI CHERNOBYL CONTINUANO A UCCIDERE
Sono passati venti anni, ma le radiazioni emesse nel 1986 dal reattore di
Chernobyl continuano a fare vittime. Secondo un ampio studio del Chernobyl
Forum, cui hanno partecipato più di 100 scienziati, otto agenzie delle Nazioni
Unite e i governi di Russia, Bielorussia e Ucraina, 4000 persone sono infatti
destinate a morire a causa dell'incidente.
Fino ad oggi il bilancio del disastro conta almeno 50 morti tra gli operai
coinvolti nelle operazioni di emergenza e 4000 casi di cancro alla tiroide tra i
bambini (di cui nove sono deceduti) e 200000 chilometri quadrati di territorio
contaminati dalle radiazioni. Ma sono previste ancora 4000 vittime, come
conseguenza dell'esposizione a radiazioni. Tuttavia secondo lo studio i
maggiori problemi a livello sanitario sarebbero stati causati dallo stress
derivante dall'incidente. Per le famiglie il trasferimento forzato è stato
un trauma, mentre molte persone che hanno continuato a vivere in aree
contaminate si sono abbandonate a un fatalismo irresponsabile, mangiando cibi
altamente contaminati e abbandonandosi a tabagismo, alcolismo e attività
sessuale promiscua e non protetta.
Per Michael Repacholi, esperto di radiazioni dell'Organizzazione mondiale
della sanità (Oms), il messaggio dello studio nel complesso sarebbe
rassicurante. Solo il 3 per cento di coloro che sono stati esposti alle
radiazioni, fa notare, moriranno di un cancro dovuto all'esposizione.
Rassicurazioni che però lasciano scettico Keith Baverstock, in precedenza
consulente dell'Oms per le radiazioni. Baverstock ritiene infatti che lo studio
sia stato profondamente influenzato dalla International Atomic Energy Agency
delle Nazioni Unite, che ha diretto il forum e ha comunque l'intenzione di
promuovere la produzione di energia nucleare nel mondo.
Settembre 2005
Redazione Lanci, Agenzia ZadiG-Roma