AMAZZONIA A SECCO
La foresta Amazzonica sembra essere colpita dalla peggiore siccità degli ultimi
quarant'anni. L'allarme arriva da ricercatori brasiliani che si trovano nella città di Santarém, alla confluenza del Rio delle Amazzoni con il Tapajòs, dove viene segnalato che il livello delle acque è di 15 metri sotto il normale. Le autorità brasiliane hanno anche annunciato lo stato di calamità naturale per molte città della regione.
La siccità ha preso tutti di sorpresa. Generalmente questo fenomeno nel Sud America è collegato al El Niño, l'anomalia climatica legata a un riscaldamento eccessivo delle acque del Pacifico meridionale. Quest'anno, però, El Niño non c'è stato, ma a quanto pare
è intervenuto un altro fenomeno: il riscaldamento anomalo delle acque
dell'Atlantico. Questo non solo ha generato una stagione degli uragani molto più intensa della media, ma anche la siccità in Sud
America. Il riscaldamento delle acque atlantiche, infatti, determina una maggiore evaporazione e contribuisce alla creazione di sistemi di bassa pressione. Questi ultimi però si spostano verso i Caraibi e gli Stati Uniti, mentre verso il Sud America si spostano invece sistemi di alta
pressione.
La siccità potrebbe durare fino a dicembre, mettendo a rischio la pesca, aumentando la diffusione di malattie e riducendo la crescita degli alberi di circa un quarto (con pesanti effetti sulla loro capacità di agire come pozzi per l'anidride carbonica atmosferica in eccesso). Anzi, alcuni esperti temono che l'Amazzonia possa diventare una pompa di carbonio, non assorbendo più quello atmosferico, ma pompando in atmosfera quello proprio in eccesso. Anche il fatto di bruciare aree di foresta per ricavare spazi destinati all'agricoltura e all'allevamento potrebbe portare allo stesso risultato. E gli incendi, a causa della siccità, potrebbero diventare molto più dannosi di quanto lo sono stati fino ad ora.
Agenzia ZadiG-Roma
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