20 ANNI DOPO CHERNOBYL
Nella notte del 26 aprile del 1986 esplode il reattore numero 4 della
centrale elettronucleare di Chernobyl. A quattro chilometri di distanza
dorme la popolazione di Pripjat. Né al momento dell'incidente, né nei giorni
successivi gli abitanti della zona vengono informati sulla gravità dell'evento;
medici e militari non sono autorizzati a esprimesi sull'accaduto e a diffondere
notizie sui livelli di contaminazione.
Intanto una nube radioattiva rapidamente attraversa la Polonia, raggiunge le
coste della Svezia dirigendosi verso l'Europa; i livelli di radioattività
improvvisamente riscontrati allarmano il mondo intero. Le fiamme
dell'incendio vengono spente solo 10 giorni dopo, il 6 maggio. Ma l'incubo non
è ancora finito: quando il reattore è ormai sepolto il pericolo di una nuova
esplosione che avrebbe potuto rendere inabitabile gran parte dell'Europa viene
scongiurato solo grazie all'intervento di alcune squadre di volontari. Il 14
maggio il segretario del Partito comunista sovietico comunica al mondo
l'accaduto e dichiara: "Per la prima volta ci siamo effettivamente trovati
faccia a faccia con la terribile potenza dell'energia nucleare
incontrollata".
Dopo l'incidente l'opinione pubblica guarda con occhi nuovi al nucleare.
Mentre alcuni scienziati occidentali si affrettano a spiegare le cause
dell'incidente con l'inefficacia della tecnologia e dei sistemi di sicurezza
sovietici e affermano che "da noi l'incidente non sarebbe mai potuto
accadere", molte manifestazioni pubbliche rivelano la sfiducia della gente
verso la tecnologia nucleare. In Italia nel novembre del 1987 un referendum
popolare dice no al nucleare e a un intero settore di ricerca.
Mentre negli anni Cinquanta e Sessanta l'energia nucleare veniva presentata
come una grande conquista del progresso tecnologico e sociale, Chernobyl sembra
infrangere definitivamente il mito della scienza chiusa in un palazzo di
cristallo e capace di dominare l'incertezza.
A vent'anni di distanza dalla catastrofe l'energia nucleare viene proposta da
alcuni politici e da parte della comunità scientifica come possibile fonte
energetica, e da alcuni addirittura come una soluzione ai problemi climatici del
pianeta. A differenza della combustione di fossili l'energia nucleare non
produce i gas serra responsabili dell'innalzamento della temperatura del
pianeta.
Ma è vero che oggi le centrali nucleari sono sicure? È possibile trovare
una soluzione al problema delle scorie?