Margherita Hack per Vacanze coi Fiocchi
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I canti delle sirene, come racconta Omero, "Affascinan chiunque i lidi
loro con la sua prora veleggiando tocca".
Nella vita contemporanea un effetto simile lo provoca lo squillo del telefonino;
chi può resistere alla tentazione di rispondere, o almeno di verificare chi sta
chiamando? Il problema è che quando, come Ulisse, stiamo veleggiando (e cioè
guidando), questa distrazione può esserci fatale, e la prora della nostra auto
rischia di infrangersi contro gli scogli. Fuor di metafora: le ricerche hanno
dimostrato che quando si è impegnati col cellulare si valutano peggio le
distanze, si reagisce meno prontamente ai cambiamenti di velocità del veicolo
che ci precede, si tende ad utilizzare meno lo specchietto retrovisore. Con il
cellulare, i tempi di percezione e reazione in genere si allungano.
Se vogliamo un viaggio più sicuro non usiamo il telefonino. E se proprio
abbiamo bisogno di comunicare, prendiamoci una pausa in un'area di servizio.
L'uso del cellulare sicuramente abbassa l'attenzione di chi guida; ancora di
più quando lo si cerca in una borsa o nella tasca della giacca appoggiata sul
sedile o ancora quando si compone un numero o si digita un sms. Non rispondendo
immediatamente ad una chiamata difficilmente perdiamo l'"occasione della
vita". Anzi: la vita rischiamo di perderla proprio perchè ci distraiamo
dalla guida, magari mentre stiamo viaggiando ad alta velocità o effettuando un
sorpasso. La legge ci permette di usare il viva-voce e l'auricolare; questo
riduce i problemi ma non li elimina. Il consiglio è di farne un uso parco.
La testa non può stare dietro a tutto. Mentre viaggiamo teniamola ben
concentrata sulla strada. Giunti alla fine del viaggio possiamo distrarci quanto
vogliamo. Il tempo è tanto. Possiamo vivere con tutta la calma che ci serve e
guardare, ogni tanto, anche il cielo e le stelle.
Margherita Hack