IL REGOLAMENTO SULLA PESCA NEL MEDITERRANEO
Che le risorse ittiche nel Mediterraneo fossero sovrasfruttate e in grave sofferenza era noto da tempo agli esperti del settore: tanto ai biologi della pesca, quanto ai politici di Bruxelles, quanto agli stessi pescatori, se è vero, come è vero, che nelle reti c’è sempre meno pesce e sempre più scatole di polistirolo, buste di plastica e grumi di catrame.
Tuttavia quando nel 2006 la Commissione Europea, per tutelare il patrimonio ittico, approvò il Regolamento sulla Pesca nel Mediterraneo n. 1967/2006, iniziò in Italia un grottesco quanto pericoloso balletto fatto di rinvii, deroghe, pause di riflessione, sospensioni e ripensamenti vari.
Lo stato centrale, l’industria della pesca e le stesse associazioni di categoria si trovarono concordi su un unico punto irrinunciabile: tutto sarebbe dovuto restare immutato. Non fu approntato alcun piano di gestione della pesca, come raccomandato dalla Commissione Europea, non furono introdotte regole e limitazioni in grado di ridurre il depauperamento delle risorse ittiche, ma furono mantenute le consuete strategie assistenzialistiche nei confronti del settore pesca, obiettivamente indebolito dai minori introiti.
E così, di deroga in deroga, di rinvio in rinvio, arriviamo alla fatidica scadenza del 1 giugno
2010, data nella quale la Commissione Europea suona il fischio di chiusura dei giochi:
il Regolamento, quello del 2006, adesso va applicato. Il Regolamento costituisce una indispensabile boccata d’ossigeno per consentire un progressivo recupero degli stock ittici, e come tale il WWF lo accoglie con favore, a patto che venga applicato senza ulteriori deroghe. Il governo centrale questa volta sembra intenzionato a fare la sua parte ed è auspicabile che anche le associazioni di categoria abbandonino definitivamente posizioni corporative e attendiste. Perché
in definitiva è in gioco innanzi tutto l’integrità gli ecosistemi marini e costieri e, a valle di ciò, il servizio che questi stessi ecosistemi sono in grado di fornire: la pesca, esercitata in maniera sostenibile e il sostentamento di un importante comparto economico.
Per prendere visione del regolamento: http://www.wwf.it
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