ANNO SCOLASTICO 2003 – 2004: IL DISCORSO DI APERTURA UFFICIALE
Questa mattina il Presidente della Repubblica Ciampi ed il Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti sono intervenuti alla festa per l’inaugurazione dell’anno scolastico 2003 – 2004. Erano presenti 1500 studenti provenienti dall’Italia e da tutta l’Europa.
Ho ascoltato alla radio i discorsi delle due personalità e ne riporto un breve riassunto delle fasi significative. Non essendo una giornalista, ne darò un resoconto senza dubbio parziale, di conseguenza per notizie dettagliate vi rimando alla lettura dei quotidiani on – line o dei giornali di domani. Tra virgolette troverete le frasi trascritte dall’originale.
Ha preso la parola per primo il Ministro Moratti.
Il suo discorso è stato piuttosto breve ma molto chiaro.
In apertura Letizia Moratti ha fatto subito riferimento al fatto che questo è l’anno dedicato all’Europa. Non è più possibile pensare il nostro sistema scolastico come qualcosa di sganciato dal contesto europeo. Secondo il Ministro, la tradizione italiana, “Classica, cristiana, umanistica” è un patrimonio che la scuola deve proteggere e trasmettere alle generazioni (75 milioni di studenti in Europa!) per portare avanti il proprio compito, che Letizia Moratti rinviene principalmente nel “Costruire coscienze forti”, libere, in grado di custodire i valori della pace, il rispetto per gli altri, la legalità, la solidarietà. Il Ministro ha ricordato il contributo della scuola italiana ai valori della solidarietà, fattosi concreto attraverso iniziative di aiuto in Serbia, Kossovo, Afghanistan.
Il discorso ha poi affrontato un tema scottante: la disoccupazione giovanile, la quale in Italia, secondo il Ministro, è un fenomeno significativo, TROPPO significativo. Il Ministro indica nella scuola una risorsa di cui tutti i giovani dispongono per acquisire le competenze necessarie ad accedere a posti di lavoro qualificati, ciò che rende la scuola stessa un “passaporto” per il mondo del lavoro. Fa poi concreto riferimento agli investimenti che l’Italia destina alla spesa sociale. Secondo la testimonianza del Ministro, in Italia si tratta del 6%circa della spesa complessiva annua, un tetto “troppo basso”, anche rispetto alla media europea, che Letizia Moratti indica essere intorno all’8%. Il Ministro si riferisce all’importanza dell’impegno per la spesa sociale usando un’espressione che mi ha colpito: “Questa è la vera previdenza: l’investimento nel futuro”.
Concluso il proprio intervento, il Ministro ha augurato a tutti un buon anno scolastico.
A mio avviso pieno di significati ed in qualche modo commovente il discorso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E’ stato un intervento complessivamente ispirato al valore della cultura in se’ e per se’.
Anche Ciampi ha aperto ricordando l’importanza della nostra appartenenza, come Italiani, all’Europa, con il suo complesso di storia e civiltà. L’Italia rinviene la propria identità civile nei valori del Risorgimento “incisi nel marmo” ed in quelli della costituzione: tale identità può e deve convivere con le “storie diverse” di cui è fatta l’Europa. Cosa sarà nel tempo l’Unione Europea (nel suo divenire e maturare)? Secondo il Presidente sarà maggiore libertà di movimento, maggiore presenza di stimoli a conoscere “ guardando ad un mondo più vasto ”. Ciampi dice ai ragazzi: “Girate per l’Europa, orgogliosi di essere italiani.”.
Forte il richiamo ai valori costituzionali ed all’importanze di leggere e commentare a scuola la nostra Costituzione, frutto di un percorso storico ed ideale che ha portato la democrazia in Italia. Il Capo dello Stato ricorda i valori dell’uguaglianza, della pari dignità di tutti i cittadini, del diritto e dovere al lavoro, della promozione della cultura, quali fondamenta della nostra Carta Costituzionale.
Passa poi ad affermare come “Educare significa soprattutto trasmettere valori” e nomina l’ “alto e nobile compito degli insegnanti” nel costruire un rapporto con le giovani generazioni. Secondo Ciampi, l’unica via per farlo consiste nel “saper parlare” e “saper ascoltare” e testimonia la presenza di tanti insegnanti capaci di portare avanti un dialogo vero con i propri studenti, intuendo le loro preoccupazioni ed esigenze. Lo Stato deve essere vicino agli insegnanti, rendendo loro il rispetto dovuto e riconoscendone sempre di più la figura professionale.
Ciampi torna poi a rivolgersi agli studenti, ricordando loro che nella vita bisogna “Trovare un amico e cercare un maestro” che ci guidi alla conoscenza. “Non accettate mai l’idea che fare e non fare, impegnarsi e non impegnarsi, siano la stessa cosa” dice loro, perché “Alla vostra generazione è stato concesso il dono della pace”, ma la pace nasce dalla conoscenza reciproca e la conoscenza nasce dal dialogo. Esso permette di correggere i concetti sui quali non si è d’accordo e di conservare quelli che si ritengono utili. Il dialogo è, in ultima analisi, ESERCIZIO DI DEMOCRAZIA e la scuola prepara a questo.
Il Presidente, infine, lascia i ragazzi con una riflessione socratica: “Dovete cercare in voi, nella vostra coscienza” la strada da seguire, poiché “ciò di cui avete bisogno, solo in voi potete trovarlo”. La vita fa, a chi lo sa cercare, il dono della chiarezza, della visione di se stessi e dei propri obiettivi e valori.
Una massima che Ciampi vuole citare, precede i suoi saluti: “Pensare è facile, agire è difficile, agire seguendo il proprio pensiero è la cosa più difficile del mondo”.
L’intervento di Ciampi mi è sembrato far riferimento ad un concetto di cultura che si fa ricchezza ideale e fattore promozionale per la persona, più che come moneta da spendere sul mercato del lavoro.
Insieme, i due interventi hanno toccato temi importanti: la Comunità Europea, il lavoro, le politiche sociali, la democrazia, la libertà, la pace…
Ne esce un quadro d’insieme in cui la scuola non appare semplicemente come una dispensatrice di metodi per la didattica e di nozionismo; piuttosto, sembra trattarsi dell’Istituzione più fortemente responsabilizzata nel dare una direzione di senso alle giovani generazioni.
(Articolo di C. F.- pedagogista )
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