LA GIORNATA MONDIALE DEL BAMBINO
Si tratta di un’iniziativa promossa dall’ Unicef già da qualche anno. La scelta della data non è casuale: coincide con l’ anniversario dell'assassinio del piccolo Iqbal Masiq, il bambino pachistano che aveva osato ribellarsi alla sua condizione di semi-schiavitù come tessitore di tappeti denunciando i suoi sfruttatori, che in Pakistan utilizzano circa otto milioni di bambini tra i 10 e i 14 anni.
Dedichiamo dunque in questo nostro articolo un po’ di spazio a qualche notizia sull’Unicef. Chi è interessato ad approfondirne la conoscenza, potrà visitare comodamente il sito Internet, del quale forniamo il link in fondo a questa pagina.
Come si legge nella presentazione sul sito (sono nostri i neretti), “ L'UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, è un'Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1946 per aiutare i bambini vittime della Seconda Guerra Mondiale.
Nel periodo tra il 1946 al 1953 fu presente in vari paesi europei, e anche in Italia, con moltissimi interventi a difesa dei bambini. La situazione era drammatica: nel 1949 morivano più di 72 bambini ogni mille nati e in regioni poverissime come la Basilicata i morti erano addirittura 110 su 1000.
L'UNICEF aiutò l'Italia del dopoguerra in modo massiccio: per esempio, fornendo 800.000 paia di scarpe per bambini e 700.000 mq. di stoffe per abiti, ma anche costruendo centrali del latte in molte province italiane, fornendo le prime incubatrici ai reparti pediatrici di molti grandi ospedali specie nel sud del paese, distribuendo latte in polvere e vitamine, medicinali e antibiotici, allora rari e preziosissimi contro le malattie infettive, aiutando le mense scolastiche e ricostruendo scuole e corsi di educazione popolare (nel 1950, l'11 % degli italiani era analfabeta, e in alcune zone del sud lo era addirittura il 30%!). Nella primavera del 1950 gli aiuti dell'UNICEF avevano raggiunto, solo in Italia, 1.300.000 bambini e madri!
Con la graduale ripresa dell'economia dei paesi europei, le attività del Fondo vennero rivolte ai bambini dei paesi in via di sviluppo in Africa, Asia e America Latina, fino a che nel 1953, a seguito dei risultati ottenuti, le Nazioni Unite decisero di prorogare indefinitamente il mandato dell'UNICEF.
Nel 1965 l'UNICEF riceve il Premio Nobel per la Pace. Nel 1989 viene approvata la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia nella quale si stabilisce che l'UNICEF sia parte in causa per garantire il rispetto dei diritti dei bambini di tutto il mondo.
Territorialmente l'UNICEF è presente con proprio personale in 158 paesi”
L’Unicef promuove l’infanzia sia in senso strettamente pratico sia in senso culturale e sociale. Cosa significa questo?
Il rispetto per i diritti dei bambini, anche se a molti di noi può sembrare qualcosa di assodato, di scontato, non è ancora entrato in molte culture. Persino all’interno della nostra, qua e là piccoli e grandi, talvolta spaventosi abusi, ancora minacciano la dignità del bambino. Per questi motivi, il lavoro portato avanti dall’Unicef è anche di coscientizzazione del problema dell’infanzia, di informazione e di educazione della società al rispetto per i diritti dei bambini.
L’educazione passa attraverso la famiglia e la scuola. Per questo l’Unicef ha con la scuola da sempre un rapporto molto stretto: “Tutti i programmi culturali dell'UNICEF Italia si propongono di coinvolgere le istituzioni e i settori più attivi della società civile nella ricerca di un avvenire migliore per le nuove generazioni, fondato sul rispetto della Convenzione sui diritti dell'infanzia”. È questo il senso della presenza dell'UNICEF nel mondo della scuola con il suo Programma di Educazione allo sviluppo: “una proposta che intende arricchire l'offerta formativa partendo dai bisogni dei bambini e degli adolescenti di oggi e da un'attenta analisi degli attuali squilibri economici e sociali a livello locale e mondiale”.
L'educazione allo sviluppo significa per l'UNICEF “favorire l'acquisizione di una prospettiva globale dei diritti umani che, attraverso l'adozione di processi interattivi di apprendimento, faciliti nuovi atteggiamenti e comportamenti ispirati a una maggiore responsabilità e partecipazione” .
La proposta dell’Unicef nella scuola per l’anno scolastico 2003 – 2004 è il progetto “NESSUNO ESCLUSO”, sul tema della discriminazione e dell' esclusione sociale:
“In tutto il mondo minoranze etniche, gruppi sociali, o particolari categorie di persone si trovano in condizioni di estrema vulnerabilità, esclusi, in parte o del tutto, dai benefici prodotti all'interno della società in cui vivono. Sono milioni le bambine e i bambini ai quali vengono negati i più elementari diritti: 150 milioni di essi soffrono di malnutrizione, 120 milioni non vanno a scuola, 6.000 giovani al giorno contraggono il virus dell'HIV/AIDS e migliaia di minori subiscono le drammatiche conseguenze della guerra o lavorano in condizioni pericolose. Ma altre forme di discriminazione e di esclusione sociale costringono bambine e bambini a vivere ai margini delle nostre società “ricche”, come ad esempio quelle legate alla provenienza etnica, sociale o religiosa, o a una condizione di disabilità.”
Il progetto NESSUNO ESCLUSO prevede una serie di proposte didattiche sul tema dell'esclusione sociale. “Sono esaminate forme di esclusione legate alla differenza di genere, all'handicap, alla religione e alla provenienza. Le proposte sono state ideate da esperti di educazione di livello internazionale e verranno sperimentate da studenti di diversi paesi europei, oltre che del Canada, della Corea, del Giappone e degli USA. La pubblicazione contiene inoltre storie di esclusione raccontate da bambini e ragazzi, suggerimenti bibliografici, siti e informazioni sulle attività dell'UNICEF.”
Per conoscere il progetto dell’Unicef, collegatevi al link :
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